IL CAPO DELLA REAL CASA DELLE DUE SICILIE e DUCA DI CASTRO / I grandi Magisteri degli Ordini Cavallereschi

- Cav. Giovanni Grimaldi -

Comitato Storico Scientifico di Fondazione 

I GRANDI MAGISTERI DEGLI ORDINI CAVALLERESCHI

 

Possiamo aggiungere qualche breve nota riguardante gli Ordini Cavallereschi che sono  e patrimonio della Casa dei Borbone delle Due Sicilie e di quelli che appartenevano al loro Regno.

 

 

 

SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO

 

(Ordine dinastico-familiare)

 

 

Nel trattare dell’Ordine Costantiniano bisogna innanzitutto comprendere se esso sia un Ordine dinastico o un Ordine statale e quindi chiarire a quale Casa esso legittimamente spetti.

Come è noto fu il principe Giovanni Andrea Angelo Flavio Comneno a concedere il Gran Magistero dell'Ordine al duca di Parma Francesco Farnese (1698) ed il contratto di cessione fu sancito dal breve Sincerae fidei di Papa Innocenzo XII del 1699.

Già nel testo di questo breve papale non si faceva menzione del titolo ducale di Parma e Piacenza, ma solo della famiglia Farnese: “Nec non praeclara illustris familiae Farnesiaee in eadem S. Sedem merita nos adducunt ut ea tibia ac tuis futuris natis et descendentibus alliisque ejusdem tuae familiare Principbus libenter concedamus per quae benorum Vobis fiat accessio et perenne aliquod paternae nostrae in te, tuumque familium praedictam voluntatis extet monumentum”.[1]

In seguito gli statuti dell'Ordine furono revisionati nel 1706, ma la conferma definitiva della cessione al casato dei Farnese si ebbe da parte di papa Clemente XI con bolla del Papa Militantis Ecclesiae (1718).

 

Negli STATUTI dell’Ordine Costantiniano, redatti da Francesco Farnese, nel Cap. I, “Della fondazione, Nobiltà e Privilegj della Milizia Costantiniana”, par. VIII, e nel Cap. II, “Del Maestrato dell'Ordine e del Gran Maestro”, par. II, si parla chiaramente del Gran Magistero dell'Ordine al duca Farnese che specifica spetti: (tradotto dal latino) "…ai nostri posteri e discendenti ed agli successori della nostra Serenissima Famiglia Farnese..."[2]). Lo stesso Duca poi specificò che: "… il carico, ed impiego di Gran Maestro dell'Ordine Costantiniano debba per l'avvenire in tutti i tempi essere amministrato, ed esercitato dalli Serenissimi Primogeniti discendenti dalla Famiglia Nostra Farnese, I QUALI PER IL TEMPO SARANNO DUCHI DI PARMA….[3]. Quindi che il Gran magistero fosse in capo agli allora Duchi di Parma è solo un dato di fatto, perché infatti NON dice che il magistero spettasse ai Duchi di Parma in quanto tali, ma anzi dice il contrario, ovvero che esso spettasse alla famiglia Farnese ed ai loro discendenti.

 

Infatti il duca specificò, nell'ultimo paragrafo del detto comma VIII, che: “… Al padre adunque… succeda il figlio primogenito….” ed aggiunge oltre: "Che se alcuno de'Gran Maestri muoja senza lasciar di se prole, sia promosso alla sublimità di un tale onore colui, il qual, discendendo dal nostro medesimo lignaggio Farnese, sia lo più stretto congiunto del defunto."

In questo caso già si evince, in maniera chiara ed ineluttabile, come il Gran Magistero fosse un Ordine dinastico-familiare (legato alla Casa dei Farnese) e non già un Ordine dinastico-statale (ovvero legato allo Stato parmense), benché si possa eccepire che in quell’epoca la distinzione concettuale moderna non era ben specificata. Ma è la sostanza che ci spiega la natura.

 

Alla morte di Antonio (1727), ultimo duca Farnese, gli successe la nipote Elisabetta Farnese, regina di Spagna, la quale cedette il Gran Magistero dell’Ordine al figlio Carlo di Borbone, nuovo Gran Maestro. Infatti benché l'Ordine costantiniano si basasse in origine sulla "Primogenitura Farnesiana", irrinunciabile, quando morì Antonio I Farnese gli successe, per testamento, la nipote Elisabetta Farnese, regina di Spagna, che cedette il magistero dell’Ordine (quale patrimonio dinastico-familiare) al figlio Carlo di Borbone (che non era il suo primogenito), quale nuovo Gran Maestro.

A sua volta Carlo di Borbone, che aveva già ceduto Parma all’imperatore Carlo VI (anche se in seguito tale possedimento fu assegnato al fratello Filippo di Borbone) trasferì il Gran magistero al figlio Ferdinando, re degli Stati italiani (poi delle Due Sicilie), che NON era il suo figlio primogenito, e pertanto l’Ordine costantiniano restò quale Ordine dinastico-familiare della R. Casa delle Due Sicilie, ma non trasmissibile solo per pura e semplice successione primogenita. Infatti il Gran magistero costantiniano, legato al ruolo ed alla successione quale Capo della R. Casa, poteva essere trasmesso anche per successione (come in favore di Elisabetta) o per trasferimento diretto (come nel caso di Carlo e Ferdinando), con conseguente approvazione del Papa. E parimenti il Gran Magistero fu tenuto a sé stante rispetto al Trono delle Due Sicilie, così come ebbe modo di ribadire Ferdinando IV di Napoli (poi Ferdinando I delle Due Sicilie) con R. Dispaccio dell’8 marzo 1796.

 

Da parte possiamo inoltre notare che fin dal Monitorium di Clemente XIII del 19 dicembre 1763 e dal Breve di Pio VI Rerum humanarum conditio (1777) il Papato riconobbe ai Borbone di Napoli e Sicilia il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano.

 

Quindi, in sintesi:

 

1) Il Gran Magistero dell’Ordine passò dagli Angelo Comneno ai Farnese, approvato dal Papa (1699);

2) Gli Statuti dell'Ordine, in ossequio alle disposizioni papali, prevedevano che:

a) Il Gran Magistero spettasse al duca Farnese e da lui: "…ai nostri posteri e discendenti ed agli successori della nostra Serenissima Famiglia Farnese";

b) Gran Maestri dovevano essere i "Serenissimi Primogeniti discendenti dalla Famiglia Nostra Farnese, I QUALI PER IL TEMPO SARANNO DUCHI DI PARMA" (ma che all’epoca costoro fossero Duchi è solo un dato di fatto, NON dice invece espressamente che il magistero spettasse ai Duchi di Parma che insieme fossero anche discendenti dei Farnese);

c) ANZI l'ultima parte del comma II, Cap. II, dice che in caso di estinzione dei Farnese, succeda come Gran Maestro: "…. colui, il qual, discendendo dal nostro medesimo lignaggio Farnese, sia lo più stretto congiunto del defunto."

3) Nel Testamento Antonio dispose infatti che gli succedesse il nascituro figlio (che non c’era) o la nipote Elisabetta Farnese (che poi ne fu l'erede);

4) Elisabetta cedette il magistero al suo maschio primogenito Carlo di Borbone, nuovo Gran Maestro. Quindi esso era ed è un ORDINE dinastico-familiare (legato ai Farnese e poi ai Borboni, quali loro eredi) e NON Statale (quindi NON legato al Ducato di Parma, anche se all'epoca i Farnese ne erano Duchi).

5) Carlo di Borbone lo trasferì poi al figlio Ferdinando re degli Stati italiani (poi delle Due Sicilie) e pertanto restò nella Casa Reale delle Due Sicilie quale ORDINE dinastico-familiare; Ferdinando con R. Dispaccio dell’8 marzo 1796 lo chiarì espressamente come distinto dal Trono delle Due Sicilie.

6) I successori ed eredi di Ferdinando I furono quindi i successivi Gran Maestri dell'Ordine, ma come CAPI della R. Casa (essendo esso ORDINE dinastico-familiare) ma non già come Sovrani della Dinastia delle Due Sicilie, pur seguendo sempre l’ordine di successione come era stato disposto per i “Primogeniti Farnesiani”. Infatti bisogna notare come i re borbonici avevano chiaro il loro ruolo di Capi della R. famiglia e quello di sovrano. Che si assommavano nella stessa persona per ovvie ragioni, ma non si confondevano. Negli stessi atti sovrani riguardanti la R. Famiglia il re si cita come "Capo e sovrano", nella doppia, ma non sovrapposta figura.

7) Il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano è pertanto passato ai CAPI della R. e quindi all’attuale linea dei Borbone nella discendenza di Ranieri, in quanto ramo legittimo al ruolo di Capo. Invece Carlo Tancredi, uscito dalla Casa delle Due Sicilie, non ereditò mai il ruolo di CAPO della Dinastia e così la sua discendenza (perché mancarono i decreti di autorizzazione dei Capi della R. Casa che rendessero i matrimoni legittimi per la R. Casa). Pertanto, non appartenendo alla R. Casa delle Due Sicilie, non poté nemmeno raccogliere l’eredità del Gran magistero costantiniano (Ordine dinastico-familiare della Real Casa). Quindi l'attuale altro ramo dell’Ordine Costantiniano facente capo a Don Carlos deve intendersi un Ordine cavalleresco ex novo ed a se stante, ma irregolare, benché riconosciuto giuridicamente da vati Stati, come quello Italiano. Ed a tal proposito è indicativo notare come la Santa Sede non si sia pronunciata nel riconoscere (e quindi legittimare) l’uno o l’altro Ordine.

8) L'Ordine Costantiniano di Parma, da parte, non fu il ripristino dell'Ordine Costantiniano originario, ma fu la fondazione ex novo operata da Maria Luigia d’Austria, per scopi puramente di prestigio e propaganda, di un Ordine che ricalcò la storia, gli Statuti e le insegne dell’Ordine Costantiniano originario. Ma tale Ordine ricostituito fu di fatto non più un Ordine dinastico-familiare, come lo era stato in origine quello farnesiano, bensì un Ordine dinastico-statuale, legato allo Stato parmense.

 

Quindi l’Ordine Costantiniano fu un Ordine dinastico-familiare dei Farnese, poi tramandato nella famiglia Borbone da Elisabetta Farnese, che lo cedette a Carlo suo figlio. In più potremmo ricordare come gli Statuti dell’Ordine abbiano subito varie modifiche (20 luglio 1934; 16 luglio1943) fino a che essi vennero modificai ed approvati dal Gran Maestro Ferdinando Maria il 4 novembre 1982, per essere poi da lui stesso rinnovati il 15 maggio 2002, allo scopo di adattarli “ai tempi d’oggi ed alle nuove circostanze”.

In tali Statuti, al Capitolo V, Articolo I (commi 3 e 4) è chiaramente espresso il carattere dinastico-familiare dell’Ordine e la sua successibilità: “La dignità di Gran Maestro, riservata alla Reale Famiglia di Borbone delle Due Sicilie, erede della Serenissima Casa Farnese, è legata alla qualità di Capo della Reale Casa di Borbone delle Due Sicilie.

In mancanza di eredi maschi nella Reale Famiglia di Borbone delle Due Sicilie, la successione stessa ha luogo per designazione testamentaria del Gran Maestro; ove questo manchi, tutti i Balì Cavalieri di Gran Croce, in virtù degli Statuti Farnesiani approvati dalla Santa Sede, si riuniranno per eleggere fra loro stessi il nuovo Gran Maestro.”

Interessante notare come similari (ma meno precisi) siano i concetti espressi al Capitolo V, Articolo I (comma 2) degli Statuti utilizzati dal nuovo Ordine Costantiniano rifondato ex novo da Alfonso Maria e facente capo attualmente a Don Carlos (modificati il 31 ottobre 1987 e 31 ottobre 2006): “La dignità di Gran Maestro, riservata alla Casa di Borbone, in quanto erede della Casa Farnese, si trasmette per successione di primogenitura; in mancanza di eredi, la successione stessa ha luogo per destinazione testamentaria; se questa manchi, tutti i Balì Cavalieri di Gran Croce di Giustizia, in virtù delle antichissime consuetudini, e secondo lo spirito degli Statuti Farnesiani, approvati dalla Santa Sede, si riuniranno per eleggere fra loro stessi il nuovo Gran Maestro.[4]

 

Ad ogni modo, tenendo presente quanto predetto, possiamo lecitamente ritenere che esistono:

 

1)      Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - (Ordine dinastico-familiare) ereditato da Carlo di Borbone e tramandato nei Capi della R. Casa dei Borbone delle Due Sicilie fino all’attuale Gran Maestro Principe Carlo, Duca di Castro[5].

2)      Il Sacro Imperiale Angelico Ordine Costantiniano di San Giorgio - (Ordine dinastico-statale) rifondato nel 1816 da Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla ad imitazione di quello dei Farnese, e poi passato, insieme al Ducato, a Carlo II di Borbone (1847), per poi essere man mano ereditato dai suoi discendenti fino all’attuale Principe Carlo Saverio di Borbone-Parma, Duca di Parma, Piacenza e Stati Annessi.

3)      Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - (Ordine dinastico-familiare di sub-collazione spagnola) rifondato nel 1960 dall’Infante Alfonso Maria di Borbone Spagna ad imitazione di quello dei Borbone delle Due Sicilie, dai quali discendeva genealogicamente, e sostenuto per ragioni dinastiche dai Borbone di Spagna, che per questo in seguito lo riconobbero ufficialmente.

 

Infine l’8 dicembre 2018 S.A.R. Carlo, Duca di Castro ha provveduto a redigere ed approvare nuovi Statuti per tale Ordine (in vigore dal 2019), che al Cap. V, Art. I, ha espressamente ribadito, tra l’altro, che: “La dignità di Gran Maestro, riservata alla Reale Famiglia di Borbone delle Due Sicilie, erede della Serenissima Casa Farnese, è legata alla qualità di Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie. In mancanza di eredi, nella Reale Famiglia di Borbone delle Due Sicilie, la successione stessa ha luogo per designazione testamentaria del Gran Maestro.”

Ci permettiamo di desumere che la specificazione per cui la dignità di Gran Maestro “è legata alla qualità di Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie” è anche frutto degli studi dinastici di Giovanni Grimaldi, in collaborazione con Andrea Borella, che sono stati presentati a S.A.R. il Duca di Castro fin da prima della versione iniziale dello studio dinastico pubblicato nel 2014.

 

 

Gli altri Ordini del regno delle Due Sicilie erano invece Ordini cavallereschi Dinastici-statuali (ovvero Statali):

 

  • Insigne e Reale Ordine di San Gennaro [3 luglio 1738] - (Ordine dinastico-statuale)
  • Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito [1° aprile 1800] - (Ordine dinastico-statuale)
  • Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione [1º gennaio 1819] - (Ordine dinastico-statuale)
  • Reale Ordine di Francesco I [28 settembre 1829] - (Ordine dinastico-statuale)

 

 

Per l'Insigne e Reale Ordine di San Gennarofu infatti previsto fin dalla sua fondazione (1738), che: ".... la qual Sovrana magistranza vogliamo e dichiariamo per mai sempre annessa ed unita alla nostra real corona" e per lo stesso Ordine, nella Bolla di Papa Benedetto XIX (1741), era espressamente dichiarato che esso sarebbe spettato a: "…chi legittimamente succederebbe nel detto regno di Sicilia". Lo Stato Italiano ha riconosciuto l'autorizzazione a fregiarsi di tale onorificenza, nonostante che si tratti di un Ordine cavalleresco dinastico-statuale collegato alla pretensione dinastica al trono delle Due Sicilie[6]. Da notare però che Ranieri Duca di Castro, con codicillo del 15 dicembre 1961 al suo testamento del 19 novembre 1961, intese questo Ordine nella veste di dinastico-familiare, probabilmente per svincolarlo dalla Pretensione al trono del Regno. E in tale veste ha ottenuto in seguito riconoscimento dalla Repubblica Italiana[7].

 

Il Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito, istituito nel 1800, prevedeva allo stesso modo che le Leggi e gli statuti fossero gli stessi previsti nei primi IX articoli dell’Ordine di San Gennaro (art. VII delle Istituzioni dell’Ordine).

Anche negli Statuti delReale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione (1819), che sostituì il precedente Ordine reale delle Due Sicilie (1808), Ferdinando I specificò che: "Il Gran Magistero sara' per sempre unito alla nostra corona". Ed inoltre bisogna notare che il ruolo di “Gran Contestabile” è di spettanza del Principe ereditario il Duca di Calabria (il che ne rimarca il carattere dinastico-statuale). L’Ordine ebbe modifiche da Francesco I il 28 settembre 1829, e da Ferdinando II con R.D. del 10 maggio 1850.

 

Allo stesso modo, infine, anche il Real Ordine di Francesco I (1829) era dinastico-statuale, giacché nei suoi Statuti il Re fondatore specificò: "... e vogliamo che la suprema magistratura dell'Ordine medesimo resti sempre annessa alla nostra real corona".

Da parte il Reale Ordine Militare di San Carlo (R.D. 22 ottobre 1738[8]), che fu anch’esso Ordine dinastico-statuale.

Da notare che lo Stato Italiano ha serenamente autorizzato in Italia gli Ordini dinastico-familiari, mentre meno pacifico è l’orientamento giurisprudenziale per gli Ordini dinastici-statuali. Infatti questi sono Ordini di "pretensione", in quanto legati alla "pretensione" al Trono (anche se di Stati monarchici non più esistenti). Ma riconoscere direttamente tali Ordini sarebbe, indirettamente, come avvalorare diritti al Trono.

Ma gli attuali conferimenti di tali Ordini cavallereschi si basano comunque sul concetto giuridico di “fons honorum”, che non viene mai meno nella carica del Sovrano (ovvero del suo legittimo e dinastico erede), nonostante la perdita dell’effettivo potere territoriale e politico.

 

 

GRANDI MAGISTERI

 

(in ordine di precedenza)

 

  • Insigne e Reale Ordine di San Gennaro [3 luglio 1738] - (Ordine dinastico-statuale)[I.R.O.S.G.]
  • Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito [1° aprile 1800] - (Ordine dinastico-statuale)[R.O.S.F.M.]
  • Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - (Ordine dinastico-familiare Reale e Militare)[S.M.O.C.S.G.]
  • Ordine di San Giorgio della Riunione [1º gennaio 1819] - (Ordine dinastico-statuale)[O.S.G.R.]
  • Reale Ordine di Francesco I [28 settembre 1829] - (Ordine dinastico-statuale)[R.O.F.]

 

 

  1. FERDINANDO I (1751-1825), Re di Napoli (IV) e Sicilia 1759/1816, Re titolare di Napoli dal 23-1 al 23.VI.1799, e 1806/1814; Re del regno delle Due Sicilie (1816-1825), Re (titolare) di Gerusalemme, Duca (onorifico) di Parma, Piacenza e Castro e Granduca ereditario (onorifico) di Toscana; Gran Maestro (1759-1825) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M. e S.M.O.C.S.G.)
  2. FRANCESCO I (1777-1830), Duca di Calabria 1778/1825, Re del regno delle Due Sicilie (1825-1830), Re (titolare) di Gerusalemme, Duca (onorifico) di Parma, Piacenza e Castro e Granduca ereditario (onorifico) di Toscana (1825-1830); Gran Maestro (1825-1830) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., S.M.O.C.S.G., O.S.G.R. e R.O.F.)
  3. FERDINANDO II (1810-1859), Duca di Noto (1817-1825), poi Duca delle Puglie fino al 1825, Duca di Calabria 1825/1830, Re del regno delle Due Sicilie (1830-1859), Re (titolare) di Gerusalemme, Duca (onorifico) di Parma, Piacenza e Castro e Granduca ereditario (onorifico) di Toscana (1830-1859); Gran Maestro (1830-1859) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., S.M.O.C.S.G., O.S.G.R. e R.O.F.)
  4. FRANCESCO II (1836-1894), Duca di Calabria (1836-1859), Re del regno delle Due Sicilie (1859-1860), Re (titolare) di Gerusalemme, Duca (onorifico) di Parma, Piacenza e Castro e Granduca ereditario (onorifico) di Toscana (1859-1860), poi Pretendente (I) al trono delle Due Sicilie 1861-1894; Gran Maestro (1859-1894) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., S.M.O.C.S.G., O.S.G.R. e R.O.F.)
  1. Principe Alfonso (1841-1934), Conte di Caserta, Duca “di spettanza” di Noto (1859-1886), poi Duca “di spettanza” di Calabria dal 1886 al 1894, Duca “in pectore” di Castro dal 1894 al 1934 quale Capo della R. Casa[9] e Pretendente (II) al trono 1894/1931; Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano (S.M.O.C.S.G.) (1894-1931) e degli Ordini dinastico-statuali (1894-1934) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., O.S.G.R. e R.O.F.)
  2. Principe Ferdinando Pio (1869-1960), Duca “di spettanza” di Noto (1886-1894), Duca di Calabria (tecnicamente dal 1894 al 1934), poi Duca di Castro (1934/1960) Capo della R. Casa e Pretendente (III) al trono 1934/1960; Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano(S.M.O.C.S.G.)(1931-1960) e degli Ordini dinastico-statuali (1934-1960) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., O.S.G.R. e R.O.F.)
  3. Principe Ranieri (1883-1973), Duca “di spettanza” di Noto (1922-1934), Duca di Calabria (tecnicamente dal 1934 al 1960), poi Duca di Castro (1960/1973), Capo della R. Casa e Pretendente (IV) al trono 1960/1973; Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano (S.M.O.C.S.G.)(1960[10]-1966) e degli Ordini dinastico-statuali (1960-1973) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., O.S.G.R. e R.O.F.)
  4. Principe Ferdinando Maria (1926-2008), Duca “di spettanza” di Noto (1934-1960), Duca di Calabria (tecnicamente dal 1960 al 1973), poi Duca di Castro (1973/2008), Capo della R. Casa e Pretendente (V) al trono 1973/2008; Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano(S.M.O.C.S.G.)(1966[11]-2008) e degli Ordini dinastico-statuali (1973-2008) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., O.S.G.R. e R.O.F.)
  5. Principe Carlo (* 1963), Duca “di spettanza” di Noto (1963-1973), Duca di Calabria (1973/2008), poi Duca di Castro e Capo della R. Casa (dal 2008), e Pretendente (VI) al trono dal 2008; Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano (S.M.O.C.S.G.)e degli Ordini dinastico-statuali (dal 2008) (I.R.O.S.G., R.O.S.F.M., O.S.G.R. e R.O.F.)

 

 

 



[1] Nello stesso anno si ebbe anche la lettera patente imperiale “Agnoscimus et notum facimus” del 5 agosto 1699 che recitava: “Agnoscimus, … quod cum nobis vir Illustris Joannes Andreas Angelus Flavius Comnenus, Sacrae Angelicae Auratae Constantiniae Militiae, sub titulo Sancti Georgia, & Regula Divi basilio, Magnus Magíster humiliter exposuerit, nihil sibi ex per antiqua, & potentísima Comnenorum Familia tantumodo superstiti magis curae, & cordi essen, quam, ut Ordo Militaris Auratus Angelicus… a dicto Isaacio Angelo Comneno continua non interrupta serie Descendentis jure successionis, & sanguinis Mágnum Magisterium competat… que ad dictum Ordinem spectantes prerogativae transferri, dictumque Magisterium ex jure Sanguinis, & Successionis sibi competens, resginari possetr, praeterquam Serenissimum nunc Regnantem Farnesiorum Familia Oriundum, atque in spem Maximorum facinorum florenti aetate crescentem, non minus amplissimis facultatibus instructum, quam generis Claritate, atque Heroicarum Virtutum Splendore, & generositate praesulgentem: demisse Nos rogando, ut non modo persiciendae hujusmdi translationis, & resignationis facultatem sibi impertiri; Sed, & preadicto Serenísimo Párame, & Placentiae Duci Mágnum illius Ordinis Magisterium clementer deferre dignaremur. Jurisdictioni nostrae supremae convenire existimantes eiusdem Inclyti ordinis instaurationi et conservationi quovis modo consulere, non possumus non laudare providam saepe nominati magni Magistri electionem…ejusdemque legitimis descendentibus filius in infinitum et, his deficientibus (quod absit), Serenissimo Principi Primogenito Farnesiae stirpis donec illustrissimi huius sanguinis gloria vigebit...”. Anche in questo documento si avrebbe quindi la dimostrazione che il Gran Magistero fosse una dignità a carattere familiare, non legata al trono di Parma.

[2] Antonio Radente, “Bolla di Clemente XI, militantis ecclesiae e suo commento”, Editore Stab. tip. del cav. G. Nobile, 1858

[3] "... ut Supremi Magistri Ordinis Costantiniani munus, & officium perpetuis futuris temporibus administrari debeat ex Serenissimis ex Familia nostra Farnesia descendentibus Primogenitis, qui pro tempore fuerint Parmae & Placentiae Duces...”

[4] Dobbiamo pertanto ritenere che il Gran Magistero del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio del quale si autoproclamò titolare SAR Alfonso Maria di Borbone nel 1960 fosse un Ordine cavalleresco dinastico irregolare. Ovvero un Ordine ricreato ex novo, sulla falsariga dell’Ordine vero e proprio. Ma un Ordine divenuto subito dopo di “sub-collazione” del re di Spagna, visto che questi lo ha formalmente riconosciuto. Ovviamente crediamo che ciò sia avvenuto sempre per le stesse ragioni per le quali SAR Juan conte di Barcellona e SM Juan Carlos I hanno sempre sostenuto le pretensioni dinastiche di questa loro linea.

[5] Fanno attualmente parte del Governo dell’Ordine vari membri della R. Casa: S.A.R. la Principessa Beatrice (Gran Cancelliere dell'Ordine e Presidente del Real Consiglio Araldico Magistrale), S.A.R. il Principe Don Casimiro (Presidente della R. Deputazione) e fra i Deputati della stessa R. Deputazione sono compresi: S.A.R. il Principe Don Francesco, S.A.R. il Principe Don Gennaro, S.A.R. il Principe Don Luigi Alfonso e S.A.R. il Principe Don Alessandro Enrico.

[6] Il Ministero degli Affari Esteri nella Circolare n. 022/80926 del 6 marzo 2009 ha espressamente dichiarato ammissibili, tra altri, l’Insigne Reale Ordine di San Gennaro e il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Ma mentre l’Ordine Costantiniano è di tipo dinastico-familiare, di spettanza del Capo della R. Casa, quello di San Gennaro è un Ordine dinastico-statale, legato quindi alla corona delle Due Sicilie.

[7] Infatti il Consiglio di Stato, presso la prima Sezione (quella che si occupa di contenziosi con il Ministero degli Affari Esteri), con parere n.813/01, ribadì che per Ordini “non nazionali" dovevano essere identificati quelli "costituiti ed operanti all'estero, ma non espressione di ordinamenti statuali sovrani", e che per l'identificazione di un Ordine “non nazionale” era necessario "un riconoscimento che ne identifichi l'esistenza e ne legittimi giuridicamente la dignità cavalleresca”, ovvero un riconoscimento esterno di un ordinamento estero. In questo modo il sistema delle autorizzazioni all’uso delle onorificenze di Ordini Dinastici, dal quale precedentemente erano stati esclusi Ordini dinastici veri e propri, ammise vari di questi, fra i quali l’Ordine di San Gennaro. Poi approvato per entrambi i “rami”. Ovvero sia per quello legittimo e storico, che per quello “ricreato” in Spagna.

[8] Tale Ordine non venne mai formalmente abolito, ma cadde in disuso. Da notare però che in seguito il sovrano fondatore, divenuto re spagnolo come Carlo III di Spagna, istituì formalmente l'Ordine di Carlo III (“Reale e Distinto Ordine Spagnolo di Carlo III”) mediante il regio decreto del 19 settembre 1771 con il motto “Virtuti et Merito”. Forse fu quest'Ordine che ne raccolse eredità storica e finalità. Sarebbe stato però forse auspicabile che fossero stati i successori di Carlo di Napoli a riprendere questo insigne Ordine, rinnovandolo e continuandolo nel regno duosiciliano.

[9] Come gli precisò il fratello SM Francesco II, anche se Alfonso usò sempre il suo antico titolo dinastico di Conte di Caserta.

[10] Il padre Alfonso gli concesse l’anticipata successione del solo Gran Magistero, come abbiamo già indicato.

[11] Per anticipata successione del 3 dicembre 1966 da parte del padre Ranieri.

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